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martedì 17 aprile 2012

[Portrait] Fausto Curi


(..) La sua vera vittoria Pagliarani la consegue con la messa in scena della parola, ovvero con la teatralizzazione della poesia. La «riduzione dell’io»,negli altri Novissimi, non implica, di solito, una totale fuoruscita dal soggetto; spesso, anzi, il poeta procede in senso contrario, con un introversione che lo porta a incontrare (ed è incontro fertilissimo) quello che impropriamente si è soliti chiamare il linguaggio dell’inconscio. Oppure agisce sostituendo alla parola dell’io una verbalità fatta di reperti, di inclusioni. L’esternità di Pagliarani è fatta invece dell’invenzione di personaggi che non sono la proiezione dell’autore e che risultano
caratterizzati sia socialmente sia psicologicamente. Poiché ciascuno di essi parla un suo linguaggio,si ha, nei due poemetti, La ragazza Carla e La ballata di Rudi, un vero teatro di parole, lo spettacolo verbale di certi pezzi della società italiana alla fine del Novecento. (..) [Fausto Curi]

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