"..nel suo pezzo riferisce di una “esacerbata moralità”, di uno “stoicismo brutale”, di una “passione pedagogica”, di “un’attitudine teatrale”: tutte cose della persona-Elio Pagliarani, non della sua poesia che resiste comunque anche se egli fosse stato un uomo timido o estroverso. Allora giova conoscere il poeta? Giova conoscere l’oggetto-persona della tua critica? No! Giova nella misura in cui decidi di stare dentro la poetica oppure di curiosare, di indagare, (come fece Antonio Ranieri con Leopardi); nei casi estremi è utile a farti chiarire quello che il poeta ha scritto.
Quanto di
morte noi circonda e quanto
tocca mutarne in
vita per esistere
è diamante sul
vetro, svolgimento
concreto d’uomo in
storia che resiste
solo vivo
scarnendosi al suo tempo
quando ristagna il
ritmo e quando investe
lo stesso corpo
umano a mutamento.
Ma non
basta comprendere per dare
empito al volto e
farsene diritto:
non c’è risoluzione
nel conflitto
storia esistenza
fuori dell’amare
altri, anche se
amore importi amare
lacrime, se
precipiti in errore
o bruci in folle o
guasti nel convitto
la vivanda, o
sradichi dal fitto
pietà di noi e
orgoglio con dolore.
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