Era un giorno di sole sui binari
di un trenino già semiabbandonato che portava i pendolari da Palermo a
Catania. Non ricordo l’anno, né la stagione, ma l’occasione ci era stata
offerta da un promotore di poesia anticonvenzionale e appassionato come
Antonio Presti.Un gruppo di poeti fra cui l’indimenticabile Pagliarani
salì su quel treno con il compito di avvicinarsi ai viaggiatori e
cominciare a leggere le proprie poesia a voce alta. Dovevo fare così
anch’io e forse lo feci, ma m’incantai subito quando
Pagliarani,entusiasta di quella opportunità e felice come un ragazzo in
trasferta cominciò a scandire fra un gruppo di giovani con il suo
inconfondibile ritmo e la sua voce di orco benefico, il travolgente
recitativo di Fecaloro. Fra gli studenti, le casalinghe, gli immigrati, i
soldati all’improvviso coinvolti in quel rito si diffuse qualcosa di
attonito, di deliziosamente impacciato e poi quella voce diffusa e
martellata di colpo bastò a sé stessa. Non era spettacolo, non era
evento, era un piccolo rito effimero e memorabile. Come appunto è la
casuale comparsa della poesia che affiora a tratti e poi si dilegua,
scompare, ritorna fra chi meno l’aspetta.Due ragazzi,due giovani
meccanici, confusi e catturati, dimenticarono di scendere alla loro
fermata. Elio Pagliarani ieri è invece sceso alla sua fermata, ma sulla
sua poesia non calerà la tela, seguiterà ad andare dentro di noi.
Biancamaria Frabotta
rosanna lupi il
9 March 2012 alle
7:45 am
Ancora un poeta, ancora un
grande poeta ci lascia. Pagliarani: Premio Speciale Camaiore 2006.
2011/2012 periodo davvero nefasto per i migliori autori della
letteratura italiana. Non resta che inchinarci e senza retorica
ripetere che abbiamo il conforto delle loro opere, come patrimonio
inesauribile. Rosanna Lupi segr. Premio Camaiore
Remo il
9 March 2012 alle
2:30 am
Ho conosciuto Elio Pagliarani,
brevemente, nel lontano 1968. Lui appariva ogni tanto al Dioniso Club di
Giancarlo Celli, per vedere le nuove messe in scena. Dentro quella
cantina buia e tenebrosa, proprio come una catacomba. Poi si andava a
casa di Giancarlo o anche da lui a farsi una fumatina e a chiacchierare.
Con i capelli irti e in disordine sul capo, la faccia larga e gli occhi
accesi, pensavo sempre che fosse Il dio Dioniso in persona, venuto giù a
trovarci per vedere come mai gli avessero dedicato un teatro/club
underground.
Rileggere qui questo piccolo brano de ” La ragazza Carla “, mi ha
commosso. Uno degli esempi più limpidi di poesia vera, profonda e al
tempo stesso politica. Più politica di mille discorsi dei “politici
veri”( anche quelli bravi, quando ci sono e se ci sono )
ciao Elio
Biancamaria Frabotta
Rileggere qui questo piccolo brano de ” La ragazza Carla “, mi ha commosso. Uno degli esempi più limpidi di poesia vera, profonda e al tempo stesso politica. Più politica di mille discorsi dei “politici veri”( anche quelli bravi, quando ci sono e se ci sono )
ciao Elio