_ Pagliarani amava il teatro e per molti anni fu critico teatrale per “Paese Sera”. Aveva un senso spiccato del ritmo e della musicalità del verso, sapeva come si muove la parola sulla scena. Quando leggeva in pubblico le sue poesie ne assecondava il procedere col corpo, teneva il tempo col piede, scandiva l’andamento dei versi con ampi gesti della mano. Non era una posa: l’azione è un elemento imprescindibile delle sue poesie. Leggere silenziosamente certi suoi componimenti è uno sforzo vano, la voce spinge per uscire, per portare fuori dalla pagina le parole di Carla, Praték, Nandi. Pagliarani era capace di costruire dei veri e propri «personaggi linguistici», come li definisce Fausto Curi, animati da una lingua che agisce in loro dialetticamente e ne determina i gesti, rendendo vera azione l’azione linguistica e i personaggi drammatizzazione teatrale.[Maria Lo Conti]
Ma li miracoli terminano a cosa fatta come è illuminare un cieco, che termina alla luce o resuscitare un morto, che termina alla vita.
Elio Pagliarani, Epigrammi ferraresi, Manni editore
Operazione difficile, salvo che in poesia, anche con Agorà Digitale, no?
Elio Pagliarani nacque a Viserba [Forlì ] nel 1927. Presente nell'antologia dei "Nuovissimi", fece parte del Gruppo 63. Alle prime raccolte degli anni '50 rimandano: Cronache e altre poesie (1954), e Inventario privato (1959). Qui Pagliarani propose un originale sperimentalismo attraverso il recupero di una narratività realistica e di una epicità brechtiana. Nei volumi degli anni '60 si mostrò più vicino alle prove radicali della neoavanguardia: La ragazza Carla (1962), Lezione di fisica (1964), Lezione di fisica e fecaloro (1968). Pagliarani operò qui sul linguaggio ma anche sui significati, attraverso collages, combinazioni, montaggi di forme linguistiche stereotipate. In anni successivi, con Rosso corpo lingua oro popepapa scienza. Doppio trittico di Nandi (1977), ha accentuato una ricerca sulla dimensione ritmica del testo, privilegiandone le strutture seriali e iterative. Epigrammi ferraresi del 1988 e La ballata di Rudi del 1995, vincitrice del premio Viareggio per la poesia. Pagliarani ha scritto anche testi teatrali, come Pelle d'asino (1964) insieme a Alfredo Giuliani. Antologie come "I maestri del racconto italiano" (1964) con Walter Pedullà, e "Manuale di poesia sperimentale" (1966) insieme a G. Guglielmi. Ha raccolto le sue cronache teatrali nel volume "Il fiato dello spettatore" (1972).